venerdì 13 gennaio 2017

"Schiapparesi coalizzatevi". E spunta l'ipotesi dell'usucapione

Pubblichiamo di seguito un messaggio che ci è stato inviato da un esponente del Comitato "Salviamo l'Istmo e la Sacca Orientale", attraverso il quale viene fatto un appello a tutti i possessori delle case allo Schiapparo.


Sull'Istmo Schiapparo la situazione è molto ingarbugliata. Ci sono delle società che, pur vantando a parole, il diritto di proprietà di quei terreni, ci sono alcune sentenze, tra cui una del giugno 1989 del Tribunale di Lucera, che dimostrano la NON proprietà delle medesime. 

Il Comune di Lesina, dagli anni 80 e fino al 1996, non gestiva giuridicamente quei territori perché, deciso dalla Regione Puglia, erano sotto la giurisdizione del Comune di Sannicandro Garganico. Alla fine, però, la stessa Regione non ha completato l'iter e, dietro una sentenza vinta dal Comune di Lesina, quel territorio è ripassato al Comune di Lesina. Tuttora c'è una Vertenza pendente presso il Commissariato degli Usi civici di Bari, che si deve ancora pronunciare per stabilire a chi deve appartenere definitivamente quella zona. 

Vi sono grossi interessi sopra quelle case che, seppur costruite dagli attuali possessori, le società pur non essendo proprietarie dei terreni e delle case le vorrebbero rivendere agli stessi al prezzo di €. 100 al mq. sul costruito e €. 50 al mq. per il piazzale. Servirebbe, da parte dei possessori che si dovrebbero coalizzare fra loro, un avvocato di grido che sappia far valere i diritti dei possessori, facendo la pratica dell'USUCAPIONE se le società abbiano REALMENTE i diritti di proprietà che vantano a voce e mai dimostrati. Nella seconda ipotesi, cioè, nel caso che risulti territorio demanio dello Stato, si potrebbe chiedere alla Regione la concessione, a pagamento, di quei territori, come per la concessione decennale delle spiagge.

Nunzio Caruso

Nessun commento:

Posta un commento

Questo blog è uno spazio aperto a chiunque, e utile al confronto. Voi siete gli unici responsabili dei vostri commenti, i quali non devono contenere un linguaggio offensivo o che violi le leggi italiane.